Oratorio Santa Maria della Stella, Crema
Oratorio Santa Maria della Stella
Oratorio Santa Maria della Stella
5
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지역 설명
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Botero
591
0.4 km$$$$ • 이탈리아 요리 • 해산물 • 지중해 요리

Sanjo
370
0.4 km$$ - $$$ • 이탈리아 요리 • 지중해 요리 • 채식주의 식단

nasoRosso Ristorante
328
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Amos Platz
362
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Vineria Fuoriporta
188
0.2 km$$ - $$$ • 이탈리아 요리 • 해산물 • 유럽 요리

Trattoria Quin
314
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Vitium
66
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Burger's House
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Be Happy
431
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Il Ridottino
205
0.4 km$$$$ • 이탈리아 요리 • 해산물 • 지중해 요리
관광명소
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Palazzo Benzoni
2
41미터역사적인 장소 • 건축물

Monumento a Vittorio Emanuele II
7
0.1 km기념비 및 동상

Palazzo Arrigoni Albergoni
4
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2
0.1 km역사적인 장소

Palazzo Bisleri Vailati
3
0.1 km즐길거리 & 랜드마크 • 건축물

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2
0.1 km역사적인 장소

Duomo di Crema
205
0.3 km즐길거리 & 랜드마크
Palazzo Dossena
1
0.2 km즐길거리 & 랜드마크 • 건축물

Centro Storico di Crema
84
0.2 km유서 깊은 산책로

Piazza del Duomo
99
0.3 km역사적인 장소 • 즐길거리 & 랜드마크
5.0
리뷰 4건
훌륭함
3
매우 좋음
1
보통
0
형편 없음
0
최악
0
Laura C🌷🌷🌷
메다, 이탈리아포스팅 4,915건
2019년 9월
L'oratorio di S.Maria Stella è una piccola chiesa, situata in via Civerchi. E' una chiesa particolare perché qui, in tempi passati, venivano accolti i bambini trovatelli, quelli abbandonati dalle famiglie povere o da madri sole che non potevano prendersi cura del bambino.
2019년 10월 1일 작성
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CHT570
Limbiate, 이탈리아포스팅 8,576건
2017년 8월 • 개인
Ospita la Madonna Nera, una statua di appena m 1,60 (datata tra il XVI ed il XVII sec.) vestita con abito dorato, che porta una corona formata da tre tiare (il triplice potere del papa: padre dei re; rettore del mondo; vicario di Cristo) e cinque collane tra cui il toson d'oro. Subì un incendio nel 2002, prontamente spento ma che danneggiò chiesa e statua.
La chiesa dal 1834 occupa una stanza dell'ex Palazzo Benzoni, e fu sede della ruota degli innocenti, in cui venivano abbandonati i bambini.
Attualmente è sede delle funzioni svolte con rito ortodosso.
La chiesa dal 1834 occupa una stanza dell'ex Palazzo Benzoni, e fu sede della ruota degli innocenti, in cui venivano abbandonati i bambini.
Attualmente è sede delle funzioni svolte con rito ortodosso.
2017년 9월 9일 작성
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LahmScribhinn
Crema, 이탈리아포스팅 45건
2015년 10월 • 개인
Quanto può essere inaspettata una scoperta nel cuore della città; quando lungo l’incedere dei propri passi, un viandante incontra sorpreso un’autentica gemma.
Questo luogo, sembra si sia voluto celare a ogni passeggio, itinerario di Fede o ricerca di curiosità; mentre quasi pare voglia lasciarsi conoscere solo dall’Anima meritoria d’incontrare la sua atmosfera: unica per raccoglimento e mistica di se stessa. Chiunque abbia il privilegio di giungere fino a soffermarvisi, si trova come fosse dinanzi a nulla che possa rivelare il significato di questo luogo. Si deve essere preparati a una Fede professata anche in modo diverso ed essendo un Oratorio, alla sua differenza come dimensione, impostazione dello spazio e disposizione di ciò che testimonia il culto.
La prima impressione è quella di quanto appaia dimesso l’ingresso, che si affaccia sulla via che scorre pigramente parallela, in modo discreto per la quiete che la contraddistingue. Questo, nonostante appartenga a un edificio molto frequentato fin dalla sua funzione originaria di giudizio e commistione delle pene e oggi trasformato nel punto di riferimento più importante per la lettura. È come se volesse apparire invisibile alla città; per conservare intatta l’intimità di ogni Anima con i luoghi come questo, dove la Fede appare libera di esprimere il proprio raccoglimento insieme all’Anima di chi le si accosta, chiedendole rifugio o requie.
Una piccola bussola lignea ma impenetrabile agli sguardi, mantiene in apparenza intatto quello che si cela inaspettato all’interno. Una volta varcata, la prima impressione sembra voglia lasciarci sospesi; in attesa del vero volto di questo luogo oltre lo spazio apparso. Invece, quest’unico ambiente rappresenta uno dei luoghi di culto più originali e inaspettati.
A sinistra dell’ingresso, appare il confessionale posto in fondo e defilato; come se si accentuasse la discrezione che rende più intimo il rapporto tra chi si accosta alla speranza del perdono e dove questo può essere invocato e forse concesso. Vicino, c’è una panca proprio nel mezzo; ma più inaspettato è quel leggio, solitario, che le appare accanto mentre reca il Vangelo: un invito al raccoglimento e alla riflessione perchè messo in modo che chiunque lo legga, non sia rivolto ai fedeli che dovrebbero ascoltarlo ma che gli danno le spalle. La sua posizione, orientata verso chi sia appena entrato, sembra voglia offrire a tutti la rara opportunità di scorrere alcune parole appartenenti alla lettura del giorno. Poco più oltre, si rivela la presenza di una scala: l’accesso a un inaspettato livello superiore quale moderna interpretazione degli antichi matronei. Se si percorrono un paio di passi e voltandosi si eleva il proprio sguardo, sarebbe lecito attendersi di scoprirvi ciò da cui provengono le note che accompagnano tutti i passaggi più importanti o significativi di ogni funzione. Invece, a eccezione di poche immagini, il solo elemento importante è il rivestimento del soffitto. Si tratta di travi a vista, la cui presenza è in contrasto con la scarna e sobria semplicità essenziale di questo luogo.
Rivolgendo di nuovo l’attenzione alla bussola d’ingresso ma questa volta verso l’altare, si riconosce la sequenza delle stazioni nelle quali, con pregevole fattura, sono riprodotte le soste lungo il percorso della Via Crucis. A eccezione di un crocefisso e delle ampie finestre assai semplici e quasi disadorne, null’altro appartiene a questo lato; controcanto ma interno al solo lato esterno esistente. Una nuova anomalia, perchè la piccola porta d’ingresso, in realtà, è posizionata lungo il fianco di questo luogo; privo dunque anche della facciata che permetterebbe di rivelare e di evidenziare la presenza di questo luogo.
A dividere il punto dove si celebrano le funzioni dall’aula unica, c’è un arco elegante e slanciato che si poggia non su pilastri ma appartiene a due strette porzioni di parete; legate tra loro, come filo quasi invisibile, da una ringhiera. Non si può fare a meno di ammirare la pregevole fattura del pulpito ligneo, nell’angolo compreso tra il lato della Via Crucis e quella piccola parete dalla quale sboccia l’arco tra i due spazi dell’aula unica. Si riconosce nella sua discrezione, la decisione di lasciarlo circondato da nulla che ne possa distrarre l’attenzione di chi ascolti l’oratore. L’assoluta semplicità, mantiene perfetto l’equilibrio tra l’austerità quasi sobria e un raro elemento funzionale non di sola presenza decorativa.
Al centro, l’altare predomina grazie alla sua eleganza sobria e alla fattura del tabernacolo. È sormontato dalla rappresentazione della deposizione; a tutto tondo perché composizione scultorea seppur di piccola dimensione, sebbene di assai pregevole fattura. Alla destra, nello spazio compreso tra le ultime due finestre, c’è un altare secondario come quello in posizione centrale nella parete opposta all’ingresso.
Quest’ultimo tra i due, è però ricco d’intarsi e alternanza di materiali e decorazioni; che sormontano una teca nella quale è possibile vedere la rappresentazione di un personaggio religioso, certamente di celebrata importanza.
Per concludere il percorso accanto all’altare centrale, posto proprio sopra un piccolo accenno di coro ligneo, appare l’organo. Si trova sospeso in centro e sorretto da una piccola piattaforma il cui parapetto è finemente e riccamente decorato. Quella dell’altare è la sola parte di questo luogo che riporta l’Anima del viandante alla magnificenza propria di ogni culto celebrato.
Anche il soffitto di questo luogo, mostra la curiosa prerogativa di essere rigidamente suddiviso nelle tre parti che ne compongono lo spazio. Dopo aver ammirato il rivestimento ligneo con travi a vista, la parte centrale che si estende fino alla parete dell’arco riporta degli affreschi simili alla rappresentazione di rilievi, in luogo di quelli realizzati con altri e diversi artifici quali gesso o pietra finemente lavorata. La scelta della pittura, decorazione della sola superficie dove questa appaia, mantiene intatta la sobrietà e l’assenza di tutto quello che potrebbe indurre all’opulenza e alla ricchezza che tradirebbero la straordinaria rappresentazione dell’essenza stessa che celebra la Fede: povertà e modestia. Solo in corrispondenza dell’altare, appare sospesa prima dei cassettoni una bellissima cornice dorata; riccamente decorata e modellata in una sagoma assai morbida come il suo elemento decorativo.
Da ultima, sia concessa ma dovuta una sosta: per contemplare la straordinaria Vergine Nera con accanto il Figlio dell’Uomo. La sua fattura può definirsi perfetta e la memoria va alle immagini immortali dell’artista che ha saputo elevare, con lo stesso pigmento, alla condizione assoluta di perfezione l’immagine dell’amore femminile. La scelta di questa rientranza, quasi fosse una cappella racchiusa dal fondo purpureo e dal cristallo, segnata e circondata da una sobria cornice anche’essa nera e infine il solo segno di omaggio di poche candele… Tutto fa di questo simbolo della cristianità,l’origine e il fulcro del suo luogo di culto.
Quando si torna alla città, le percezioni che accompagnano l’incedere dell’Anima sono complementari e stemperate l’una nell’altra. Si lascia questo luogo, con la certa consapevolezza di un’oasi di quiete e riflessione; alla quale fare ritorno ogni volta che se ne percepisca l’esigenza o per il puro desiderio d’incontrarla ancora. Si affronta ogni circostante alla propria interiorità con la forza e l’energia d’Anima che accomunandosi, nascono dalla consapevolezza che questo luogo è una presenza che vuole rassicurarci: mai più l’Anima sarà abbandonata senza un rifugio: fosse anche nella mente o nella memoria… poco importa.
Questo luogo, sembra si sia voluto celare a ogni passeggio, itinerario di Fede o ricerca di curiosità; mentre quasi pare voglia lasciarsi conoscere solo dall’Anima meritoria d’incontrare la sua atmosfera: unica per raccoglimento e mistica di se stessa. Chiunque abbia il privilegio di giungere fino a soffermarvisi, si trova come fosse dinanzi a nulla che possa rivelare il significato di questo luogo. Si deve essere preparati a una Fede professata anche in modo diverso ed essendo un Oratorio, alla sua differenza come dimensione, impostazione dello spazio e disposizione di ciò che testimonia il culto.
La prima impressione è quella di quanto appaia dimesso l’ingresso, che si affaccia sulla via che scorre pigramente parallela, in modo discreto per la quiete che la contraddistingue. Questo, nonostante appartenga a un edificio molto frequentato fin dalla sua funzione originaria di giudizio e commistione delle pene e oggi trasformato nel punto di riferimento più importante per la lettura. È come se volesse apparire invisibile alla città; per conservare intatta l’intimità di ogni Anima con i luoghi come questo, dove la Fede appare libera di esprimere il proprio raccoglimento insieme all’Anima di chi le si accosta, chiedendole rifugio o requie.
Una piccola bussola lignea ma impenetrabile agli sguardi, mantiene in apparenza intatto quello che si cela inaspettato all’interno. Una volta varcata, la prima impressione sembra voglia lasciarci sospesi; in attesa del vero volto di questo luogo oltre lo spazio apparso. Invece, quest’unico ambiente rappresenta uno dei luoghi di culto più originali e inaspettati.
A sinistra dell’ingresso, appare il confessionale posto in fondo e defilato; come se si accentuasse la discrezione che rende più intimo il rapporto tra chi si accosta alla speranza del perdono e dove questo può essere invocato e forse concesso. Vicino, c’è una panca proprio nel mezzo; ma più inaspettato è quel leggio, solitario, che le appare accanto mentre reca il Vangelo: un invito al raccoglimento e alla riflessione perchè messo in modo che chiunque lo legga, non sia rivolto ai fedeli che dovrebbero ascoltarlo ma che gli danno le spalle. La sua posizione, orientata verso chi sia appena entrato, sembra voglia offrire a tutti la rara opportunità di scorrere alcune parole appartenenti alla lettura del giorno. Poco più oltre, si rivela la presenza di una scala: l’accesso a un inaspettato livello superiore quale moderna interpretazione degli antichi matronei. Se si percorrono un paio di passi e voltandosi si eleva il proprio sguardo, sarebbe lecito attendersi di scoprirvi ciò da cui provengono le note che accompagnano tutti i passaggi più importanti o significativi di ogni funzione. Invece, a eccezione di poche immagini, il solo elemento importante è il rivestimento del soffitto. Si tratta di travi a vista, la cui presenza è in contrasto con la scarna e sobria semplicità essenziale di questo luogo.
Rivolgendo di nuovo l’attenzione alla bussola d’ingresso ma questa volta verso l’altare, si riconosce la sequenza delle stazioni nelle quali, con pregevole fattura, sono riprodotte le soste lungo il percorso della Via Crucis. A eccezione di un crocefisso e delle ampie finestre assai semplici e quasi disadorne, null’altro appartiene a questo lato; controcanto ma interno al solo lato esterno esistente. Una nuova anomalia, perchè la piccola porta d’ingresso, in realtà, è posizionata lungo il fianco di questo luogo; privo dunque anche della facciata che permetterebbe di rivelare e di evidenziare la presenza di questo luogo.
A dividere il punto dove si celebrano le funzioni dall’aula unica, c’è un arco elegante e slanciato che si poggia non su pilastri ma appartiene a due strette porzioni di parete; legate tra loro, come filo quasi invisibile, da una ringhiera. Non si può fare a meno di ammirare la pregevole fattura del pulpito ligneo, nell’angolo compreso tra il lato della Via Crucis e quella piccola parete dalla quale sboccia l’arco tra i due spazi dell’aula unica. Si riconosce nella sua discrezione, la decisione di lasciarlo circondato da nulla che ne possa distrarre l’attenzione di chi ascolti l’oratore. L’assoluta semplicità, mantiene perfetto l’equilibrio tra l’austerità quasi sobria e un raro elemento funzionale non di sola presenza decorativa.
Al centro, l’altare predomina grazie alla sua eleganza sobria e alla fattura del tabernacolo. È sormontato dalla rappresentazione della deposizione; a tutto tondo perché composizione scultorea seppur di piccola dimensione, sebbene di assai pregevole fattura. Alla destra, nello spazio compreso tra le ultime due finestre, c’è un altare secondario come quello in posizione centrale nella parete opposta all’ingresso.
Quest’ultimo tra i due, è però ricco d’intarsi e alternanza di materiali e decorazioni; che sormontano una teca nella quale è possibile vedere la rappresentazione di un personaggio religioso, certamente di celebrata importanza.
Per concludere il percorso accanto all’altare centrale, posto proprio sopra un piccolo accenno di coro ligneo, appare l’organo. Si trova sospeso in centro e sorretto da una piccola piattaforma il cui parapetto è finemente e riccamente decorato. Quella dell’altare è la sola parte di questo luogo che riporta l’Anima del viandante alla magnificenza propria di ogni culto celebrato.
Anche il soffitto di questo luogo, mostra la curiosa prerogativa di essere rigidamente suddiviso nelle tre parti che ne compongono lo spazio. Dopo aver ammirato il rivestimento ligneo con travi a vista, la parte centrale che si estende fino alla parete dell’arco riporta degli affreschi simili alla rappresentazione di rilievi, in luogo di quelli realizzati con altri e diversi artifici quali gesso o pietra finemente lavorata. La scelta della pittura, decorazione della sola superficie dove questa appaia, mantiene intatta la sobrietà e l’assenza di tutto quello che potrebbe indurre all’opulenza e alla ricchezza che tradirebbero la straordinaria rappresentazione dell’essenza stessa che celebra la Fede: povertà e modestia. Solo in corrispondenza dell’altare, appare sospesa prima dei cassettoni una bellissima cornice dorata; riccamente decorata e modellata in una sagoma assai morbida come il suo elemento decorativo.
Da ultima, sia concessa ma dovuta una sosta: per contemplare la straordinaria Vergine Nera con accanto il Figlio dell’Uomo. La sua fattura può definirsi perfetta e la memoria va alle immagini immortali dell’artista che ha saputo elevare, con lo stesso pigmento, alla condizione assoluta di perfezione l’immagine dell’amore femminile. La scelta di questa rientranza, quasi fosse una cappella racchiusa dal fondo purpureo e dal cristallo, segnata e circondata da una sobria cornice anche’essa nera e infine il solo segno di omaggio di poche candele… Tutto fa di questo simbolo della cristianità,l’origine e il fulcro del suo luogo di culto.
Quando si torna alla città, le percezioni che accompagnano l’incedere dell’Anima sono complementari e stemperate l’una nell’altra. Si lascia questo luogo, con la certa consapevolezza di un’oasi di quiete e riflessione; alla quale fare ritorno ogni volta che se ne percepisca l’esigenza o per il puro desiderio d’incontrarla ancora. Si affronta ogni circostante alla propria interiorità con la forza e l’energia d’Anima che accomunandosi, nascono dalla consapevolezza che questo luogo è una presenza che vuole rassicurarci: mai più l’Anima sarà abbandonata senza un rifugio: fosse anche nella mente o nella memoria… poco importa.
2015년 11월 3일 작성
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LahmScribhinn
Crema, 이탈리아포스팅 45건
2015년 10월 • 개인
Quanto può essere inaspettata una scoperta nel cuore della città; quando lungo l’incedere dei propri passi, un viandante incontra sorpreso un’autentica gemma.
Questo luogo, sembra si sia voluto celare a ogni passeggio, itinerario di Fede o ricerca di curiosità; mentre quasi pare voglia lasciarsi conoscere solo dall’Anima meritoria d’incontrare la sua atmosfera: unica per raccoglimento e mistica di se stessa. Chiunque abbia il privilegio di giungere fino a soffermarvisi, si trova come fosse dinanzi a nulla che possa rivelare il significato di questo luogo. Si deve essere preparati a una Fede professata anche in modo diverso ed essendo un Oratorio, alla sua differenza come dimensione, impostazione dello spazio e disposizione di ciò che testimonia il culto.
La prima impressione è quella di quanto appaia dimesso l’ingresso, che si affaccia sulla via che scorre pigramente parallela, in modo discreto per la quiete che la contraddistingue. Questo, nonostante appartenga a un edificio molto frequentato fin dalla sua funzione originaria di giudizio e commistione delle pene e oggi trasformato nel punto di riferimento più importante per la lettura. È come se volesse apparire invisibile alla città; per conservare intatta l’intimità di ogni Anima con i luoghi come questo, dove la Fede appare libera di esprimere il proprio raccoglimento insieme all’Anima di chi le si accosta, chiedendole rifugio o requie.
Una piccola bussola lignea ma impenetrabile agli sguardi, mantiene in apparenza intatto quello che si cela inaspettato all’interno. Una volta varcata, la prima impressione sembra voglia lasciarci sospesi; in attesa del vero volto di questo luogo oltre lo spazio apparso. Invece, quest’unico ambiente rappresenta uno dei luoghi di culto più originali e inaspettati.
A sinistra dell’ingresso, appare il confessionale posto in fondo e defilato; come se si accentuasse la discrezione che rende più intimo il rapporto tra chi si accosta alla speranza del perdono e dove questo può essere invocato e forse concesso. Vicino, c’è una panca proprio nel mezzo; ma più inaspettato è quel leggio, solitario, che le appare accanto mentre reca il Vangelo: un invito al raccoglimento e alla riflessione perchè messo in modo che chiunque lo legga, non sia rivolto ai fedeli che dovrebbero ascoltarlo ma che gli danno le spalle. La sua posizione, orientata verso chi sia appena entrato, sembra voglia offrire a tutti la rara opportunità di scorrere alcune parole appartenenti alla lettura del giorno. Poco più oltre, si rivela la presenza di una scala: l’accesso a un inaspettato livello superiore quale moderna interpretazione degli antichi matronei. Se si percorrono un paio di passi e voltandosi si eleva il proprio sguardo, sarebbe lecito attendersi di scoprirvi ciò da cui provengono le note che accompagnano tutti i passaggi più importanti o significativi di ogni funzione. Invece, a eccezione di poche immagini, il solo elemento importante è il rivestimento del soffitto. Si tratta di travi a vista, la cui presenza è in contrasto con la scarna e sobria semplicità essenziale di questo luogo.
Rivolgendo di nuovo l’attenzione alla bussola d’ingresso ma questa volta verso l’altare, si riconosce la sequenza delle stazioni nelle quali, con pregevole fattura, sono riprodotte le soste lungo il percorso della Via Crucis. A eccezione di un crocefisso e delle ampie finestre assai semplici e quasi disadorne, null’altro appartiene a questo lato; controcanto ma interno al solo lato esterno esistente. Una nuova anomalia, perchè la piccola porta d’ingresso, in realtà, è posizionata lungo il fianco di questo luogo; privo dunque anche della facciata che permetterebbe di rivelare e di evidenziare la presenza di questo luogo.
A dividere il punto dove si celebrano le funzioni dall’aula unica, c’è un arco elegante e slanciato che si poggia non su pilastri ma appartiene a due strette porzioni di parete; legate tra loro, come filo quasi invisibile, da una ringhiera. Non si può fare a meno di ammirare la pregevole fattura del pulpito ligneo, nell’angolo compreso tra il lato della Via Crucis e quella piccola parete dalla quale sboccia l’arco tra i due spazi dell’aula unica. Si riconosce nella sua discrezione, la decisione di lasciarlo circondato da nulla che ne possa distrarre l’attenzione di chi ascolti l’oratore. L’assoluta semplicità, mantiene perfetto l’equilibrio tra l’austerità quasi sobria e un raro elemento funzionale non di sola presenza decorativa.
Al centro, l’altare predomina grazie alla sua eleganza sobria e alla fattura del tabernacolo. È sormontato dalla rappresentazione della deposizione; a tutto tondo perché composizione scultorea seppur di piccola dimensione, sebbene di assai pregevole fattura. Alla destra, nello spazio compreso tra le ultime due finestre, c’è un altare secondario come quello in posizione centrale nella parete opposta all’ingresso.
Quest’ultimo tra i due, è però ricco d’intarsi e alternanza di materiali e decorazioni; che sormontano una teca nella quale è possibile vedere la rappresentazione di un personaggio religioso, certamente di celebrata importanza.
Per concludere il percorso accanto all’altare centrale, posto proprio sopra un piccolo accenno di coro ligneo, appare l’organo. Si trova sospeso in centro e sorretto da una piccola piattaforma il cui parapetto è finemente e riccamente decorato. Quella dell’altare è la sola parte di questo luogo che riporta l’Anima del viandante alla magnificenza propria di ogni culto celebrato.
Anche il soffitto di questo luogo, mostra la curiosa prerogativa di essere rigidamente suddiviso nelle tre parti che ne compongono lo spazio. Dopo aver ammirato il rivestimento ligneo con travi a vista, la parte centrale che si estende fino alla parete dell’arco riporta degli affreschi simili alla rappresentazione di rilievi, in luogo di quelli realizzati con altri e diversi artifici quali gesso o pietra finemente lavorata. La scelta della pittura, decorazione della sola superficie dove questa appaia, mantiene intatta la sobrietà e l’assenza di tutto quello che potrebbe indurre all’opulenza e alla ricchezza che tradirebbero la straordinaria rappresentazione dell’essenza stessa che celebra la Fede: povertà e modestia. Solo in corrispondenza dell’altare, appare sospesa prima dei cassettoni una bellissima cornice dorata; riccamente decorata e modellata in una sagoma assai morbida come il suo elemento decorativo.
Da ultima, sia concessa ma dovuta una sosta: per contemplare la straordinaria Vergine Nera con accanto il Figlio dell’Uomo. La sua fattura può definirsi perfetta e la memoria va alle immagini immortali dell’artista che ha saputo elevare, con lo stesso pigmento, alla condizione assoluta di perfezione l’immagine dell’amore femminile. La scelta di questa rientranza, quasi fosse una cappella racchiusa dal fondo purpureo e dal cristallo, segnata e circondata da una sobria cornice anche’essa nera e infine il solo segno di omaggio di poche candele… Tutto fa di questo simbolo della cristianità,l’origine e il fulcro del suo luogo di culto.
Quando si torna alla città, le percezioni che accompagnano l’incedere dell’Anima sono complementari e stemperate l’una nell’altra. Si lascia questo luogo, con la certa consapevolezza di un’oasi di quiete e riflessione; alla quale fare ritorno ogni volta che se ne percepisca l’esigenza o per il puro desiderio d’incontrarla ancora. Si affronta ogni circostante alla propria interiorità con la forza e l’energia d’Anima che accomunandosi, nascono dalla consapevolezza che questo luogo è una presenza che vuole rassicurarci: mai più l’Anima sarà abbandonata senza un rifugio: fosse anche nella mente o nella memoria… poco importa.
Questo luogo, sembra si sia voluto celare a ogni passeggio, itinerario di Fede o ricerca di curiosità; mentre quasi pare voglia lasciarsi conoscere solo dall’Anima meritoria d’incontrare la sua atmosfera: unica per raccoglimento e mistica di se stessa. Chiunque abbia il privilegio di giungere fino a soffermarvisi, si trova come fosse dinanzi a nulla che possa rivelare il significato di questo luogo. Si deve essere preparati a una Fede professata anche in modo diverso ed essendo un Oratorio, alla sua differenza come dimensione, impostazione dello spazio e disposizione di ciò che testimonia il culto.
La prima impressione è quella di quanto appaia dimesso l’ingresso, che si affaccia sulla via che scorre pigramente parallela, in modo discreto per la quiete che la contraddistingue. Questo, nonostante appartenga a un edificio molto frequentato fin dalla sua funzione originaria di giudizio e commistione delle pene e oggi trasformato nel punto di riferimento più importante per la lettura. È come se volesse apparire invisibile alla città; per conservare intatta l’intimità di ogni Anima con i luoghi come questo, dove la Fede appare libera di esprimere il proprio raccoglimento insieme all’Anima di chi le si accosta, chiedendole rifugio o requie.
Una piccola bussola lignea ma impenetrabile agli sguardi, mantiene in apparenza intatto quello che si cela inaspettato all’interno. Una volta varcata, la prima impressione sembra voglia lasciarci sospesi; in attesa del vero volto di questo luogo oltre lo spazio apparso. Invece, quest’unico ambiente rappresenta uno dei luoghi di culto più originali e inaspettati.
A sinistra dell’ingresso, appare il confessionale posto in fondo e defilato; come se si accentuasse la discrezione che rende più intimo il rapporto tra chi si accosta alla speranza del perdono e dove questo può essere invocato e forse concesso. Vicino, c’è una panca proprio nel mezzo; ma più inaspettato è quel leggio, solitario, che le appare accanto mentre reca il Vangelo: un invito al raccoglimento e alla riflessione perchè messo in modo che chiunque lo legga, non sia rivolto ai fedeli che dovrebbero ascoltarlo ma che gli danno le spalle. La sua posizione, orientata verso chi sia appena entrato, sembra voglia offrire a tutti la rara opportunità di scorrere alcune parole appartenenti alla lettura del giorno. Poco più oltre, si rivela la presenza di una scala: l’accesso a un inaspettato livello superiore quale moderna interpretazione degli antichi matronei. Se si percorrono un paio di passi e voltandosi si eleva il proprio sguardo, sarebbe lecito attendersi di scoprirvi ciò da cui provengono le note che accompagnano tutti i passaggi più importanti o significativi di ogni funzione. Invece, a eccezione di poche immagini, il solo elemento importante è il rivestimento del soffitto. Si tratta di travi a vista, la cui presenza è in contrasto con la scarna e sobria semplicità essenziale di questo luogo.
Rivolgendo di nuovo l’attenzione alla bussola d’ingresso ma questa volta verso l’altare, si riconosce la sequenza delle stazioni nelle quali, con pregevole fattura, sono riprodotte le soste lungo il percorso della Via Crucis. A eccezione di un crocefisso e delle ampie finestre assai semplici e quasi disadorne, null’altro appartiene a questo lato; controcanto ma interno al solo lato esterno esistente. Una nuova anomalia, perchè la piccola porta d’ingresso, in realtà, è posizionata lungo il fianco di questo luogo; privo dunque anche della facciata che permetterebbe di rivelare e di evidenziare la presenza di questo luogo.
A dividere il punto dove si celebrano le funzioni dall’aula unica, c’è un arco elegante e slanciato che si poggia non su pilastri ma appartiene a due strette porzioni di parete; legate tra loro, come filo quasi invisibile, da una ringhiera. Non si può fare a meno di ammirare la pregevole fattura del pulpito ligneo, nell’angolo compreso tra il lato della Via Crucis e quella piccola parete dalla quale sboccia l’arco tra i due spazi dell’aula unica. Si riconosce nella sua discrezione, la decisione di lasciarlo circondato da nulla che ne possa distrarre l’attenzione di chi ascolti l’oratore. L’assoluta semplicità, mantiene perfetto l’equilibrio tra l’austerità quasi sobria e un raro elemento funzionale non di sola presenza decorativa.
Al centro, l’altare predomina grazie alla sua eleganza sobria e alla fattura del tabernacolo. È sormontato dalla rappresentazione della deposizione; a tutto tondo perché composizione scultorea seppur di piccola dimensione, sebbene di assai pregevole fattura. Alla destra, nello spazio compreso tra le ultime due finestre, c’è un altare secondario come quello in posizione centrale nella parete opposta all’ingresso.
Quest’ultimo tra i due, è però ricco d’intarsi e alternanza di materiali e decorazioni; che sormontano una teca nella quale è possibile vedere la rappresentazione di un personaggio religioso, certamente di celebrata importanza.
Per concludere il percorso accanto all’altare centrale, posto proprio sopra un piccolo accenno di coro ligneo, appare l’organo. Si trova sospeso in centro e sorretto da una piccola piattaforma il cui parapetto è finemente e riccamente decorato. Quella dell’altare è la sola parte di questo luogo che riporta l’Anima del viandante alla magnificenza propria di ogni culto celebrato.
Anche il soffitto di questo luogo, mostra la curiosa prerogativa di essere rigidamente suddiviso nelle tre parti che ne compongono lo spazio. Dopo aver ammirato il rivestimento ligneo con travi a vista, la parte centrale che si estende fino alla parete dell’arco riporta degli affreschi simili alla rappresentazione di rilievi, in luogo di quelli realizzati con altri e diversi artifici quali gesso o pietra finemente lavorata. La scelta della pittura, decorazione della sola superficie dove questa appaia, mantiene intatta la sobrietà e l’assenza di tutto quello che potrebbe indurre all’opulenza e alla ricchezza che tradirebbero la straordinaria rappresentazione dell’essenza stessa che celebra la Fede: povertà e modestia. Solo in corrispondenza dell’altare, appare sospesa prima dei cassettoni una bellissima cornice dorata; riccamente decorata e modellata in una sagoma assai morbida come il suo elemento decorativo.
Da ultima, sia concessa ma dovuta una sosta: per contemplare la straordinaria Vergine Nera con accanto il Figlio dell’Uomo. La sua fattura può definirsi perfetta e la memoria va alle immagini immortali dell’artista che ha saputo elevare, con lo stesso pigmento, alla condizione assoluta di perfezione l’immagine dell’amore femminile. La scelta di questa rientranza, quasi fosse una cappella racchiusa dal fondo purpureo e dal cristallo, segnata e circondata da una sobria cornice anche’essa nera e infine il solo segno di omaggio di poche candele… Tutto fa di questo simbolo della cristianità,l’origine e il fulcro del suo luogo di culto.
Quando si torna alla città, le percezioni che accompagnano l’incedere dell’Anima sono complementari e stemperate l’una nell’altra. Si lascia questo luogo, con la certa consapevolezza di un’oasi di quiete e riflessione; alla quale fare ritorno ogni volta che se ne percepisca l’esigenza o per il puro desiderio d’incontrarla ancora. Si affronta ogni circostante alla propria interiorità con la forza e l’energia d’Anima che accomunandosi, nascono dalla consapevolezza che questo luogo è una presenza che vuole rassicurarci: mai più l’Anima sarà abbandonata senza un rifugio: fosse anche nella mente o nella memoria… poco importa.
2015년 11월 1일 작성
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